Equo compenso copia privata: perché si paga la SIAE sulle penne USB

Il contributo di Copia Privata riguarda tutti i supporti digitali e analogici su cui si possono scrivere contenuti protetti da diritto d'autore. Il suo importo varia in base alle dimensioni dello storage.
In Italia tutti i supporti analogici o digitali capaci di memorizzare contenuti video o audio protetti dal diritto d’autore sono soggetti ad una tassa imposta dalla SIAE. Questo contributo ha il nome di “equo compenso” e ha il compito di garantire il diritto di effettuare delle copie private di opere protette da diritto d’autore.
La Copia Privata
La Copia Privata è un concetto introdotto già nei primi anni ‘90, con la Legge 5 febbraio 1992 n.93, in materia di "Norme a favore delle imprese fonografiche e compensi per le riproduzioni private senza scopo di lucro." Col passare degli anni, questa legge ha subito diverse modifiche, seguendo l’evoluzione del mercato e le numerose tecnologie. Il contributo riguarda ogni forma di supporto di registrazione analogico e digitale, quindi CD-R, DVD-R, Hard Disk, Schede SD, chiavette USB e qualsiasi altro dispositivo dotato di una memoria scrivibile. Sono tassati anche gli apparecchi che effettuano l’operazione di scrittura di file, tra cui gli smartphone.
Quanto si paga su ogni penna USB
Il compenso del contributo di Copia Privata è riscosso da SIAE, che lo ripartisce ad autori, produttori e artisti interpreti. L’importo varia a seconda del dispositivo in questione. In via generale, per i macchinari con funzione di registrazione, come i masterizzatori, va pagato il 5% del prezzo finale. Per quanto riguarda i dispositivi di storage, l’importo del contributo varia in base al supporto. In particolare, le chiavette USB sono soggette ad un pagamento pari a 0,10 cent se hanno uno storage tra 256 Mb e 1 Gb; superato il Gb, si pagano 0,10 cent per ogni Gb aggiuntivo, fino ad un importo massimo di 9 €.